AGEVOLAZIONI FISCALI 2023 PER ACQUIRENTI DI CASE RISTRUTTURATE COME LA CASA DELLA ROSA ANTICA (3a) AL BORGO “LA SERRA”
Le agevolazioni fiscali in vigore per il 2023 per gli acquirenti di abitazioni ristrutturate, riguardano due aspetti:
- IVA al 50% per le case ristrutturate e acquistate dal costruttore (nel caso specifico Petra 2000 srl) che raggiungano le classi energetiche A o B; in breve 5% di iva anziché il 10% per le seconde abitazioni, 2% di iva anziché il 4% per le abitazioni principali;
- credito di imposta del 12,5% sul prezzo comprensivo di IVA da scontare in 10 anni nelle rispettive dichiarazioni dei redditi
Permangono inoltre le agevolazioni fiscali per la costruzione di box auto anche per il 2023 e cioè il credito di imposta del 50% IVA da scontare in 10 anni nelle rispettive dichiarazioni dei redditi.
Non vi sono per il momento certezze per gli sconti in fattura e le cessioni dei crediti introdotti nei due anni passati, poi bloccati e non esplicitamente rinnovati.
L’alto gradimento di queste abitazioni ristrutturate della Serra è confermato dalle valutazioni degli acquirenti e dagli ospiti che hanno soggiornato per brevi periodi nella casa della Peonia rossa (in parte visibili su Airbnb):
- Posizione invidiabile e panorama splendido;
- Luogo tranquillo e incontaminato;
- Ottimo punto di partenza per muoversi in libertà tra i boschi ed i prati delle montagne;
- Abitazione dotata di tutti i confort;
- Valutazione complessiva al top (cinque stelle).
Certamente gli anni travagliati 2020-‘22 hanno dimostrato che la montagna modenese è un “luogo di villeggiatura” molto attraente per ampie fasce di popolazione.
Fanano, 3 aprile 2023
Sulla media e alta montagna forse l’autunno è una stagione morta per il turismo di passaggio ma di certo non lo è per chi la frequenta assiduamente: a partire dai 1000 metri di altitudine quando iniziano i boschi di faggio sino ai 1800 metri dove si estendono i mirtilleti, si può ammirare un’ampia gamma di colori: dai gialli lucenti degli aceri, dei frassini e dei faggi, ai rossi dei ciliegi selvatici e dei mirtilleti e sullo sfondo i verdi scuri dei prati e delle abetine; è una sagra di colori che pervade tutto il bosco e l’aria stessa è coinvolta dallo svolazzare delle foglie cadenti, i percorsi delle mulattiere e delle strade stesse si coprono di uno strato soffice di foglie morte.
E’ lo stupefacente spettacolo che in questi giorni si rinnova anche al Cimoncino e al borgo La Serra.
Tra settembre e inizio ottobre al Cimoncino vi è stata una abbondante raccolta di funghi porcini, galletti, steccherini, coprinus e finferle.
Nelle precedenti note del 5 febbraio e 2 aprile 2020 abbiamo commentato l’unicità e la bellezza del panorama dalla cima del Monte Cimone (Vedi i precedenti capitoli relativi al Grande orizzonte e al Piccolo orizzonte).
Presentiamo oggi due carte geografiche che illustrano l’orizzonte ed il paesaggio che si può ammirare dal borgo “La Serra”, con allegate alcune immagini del febbraio scorso del fotografo Gabriele Fiolo.
La prima carta è vecchia duecento anni ed è un estratto della carta del Genio Militare Modenese del 1821; è particolarmente interessante non solo perché realizzata dai cadetti di Modena sotto la guida del maggiore Carandini, che è stato un grande cartografo del Ducato Estense , ma anche perché restituisce in modo preciso ed allo stesso tempo sintetico la orografia del territorio che si sviluppa davanti al borgo “La Serra”. Si identificano bene i torrenti che confluiscono nel torrente Fellicarolo che a sua volta confluisce nel torrente Leo, sono evidenziati in modo “plastico” le colline e le montagne con le parti boschive in verde chiaro, assai più ridotte rispetto ai boschi attuali poichè allora prevalevano i prati per il pascolo dei greggi di pecore. Sono indicate le principali località compresa “La Serra” che si colloca poco sotto il lago della Ninfa, allora chiamato “lago Buidilone”.
Carta del Genio Militare Modenese del 1821 (clicca qui per vedere l'immagine nel dettaglio)
L’orizzonte qui coincide, per le zone ad est e a sud, con “il piccolo orizzonte” del prof. Galassini; infatti ad est il crinale si sviluppa in parallelo con il percorso CAI 401 (località: Terminale, Torrazza, Belvedere, Nuda, ecc..); da questo lato, poco distante, si colloca anche il lago di Pratignano; questo crinale segna il confine del Parco regionale del Frignano e termina al Corno alle Scale.
A sud il crinale corre interamente sul percorso 00 del CAI e rappresenta anche il confine naturale con la Toscana, del parco del Parco regionale del Frignano ed intercetta una serie di località: lago Scaffaiolo, passo della Croce Arcana, monte Spigolino, Libro Aperto, Abetone, ecc…
E’ molto evidente in questa carta del 1821 che il lato est segnava il confine con lo Stato Pontificio (Legazione di Bologna) ed il lato sud segnava il confine con il Granducato di Toscana.
Ad ovest dominano ovviamente le cime del Cimoncino e del Cimone, mentre il nord è delimitato dal crinale che parte dal lago della Ninfa, prosegue per il”Passo del lupo”, per “Passo Serre” e per il “ monte della Calvanella”.
Nella precedente nota del 5 febbraio 2020 abbiamo commentato l’unicità e la bellezza del panorama dalla cima del Monte Cimone (vedi articolo "La vista del grande orizzonte dalla vetta del Monte Cimone"). In particolare in quella nota ci siamo soffermati sul GRANDE ORIZZONTE che consente di scorgere, nelle giornate più limpide, località mezza Italia; l’argomento ha interessato molte persone, anche non abituali frequentatori delle zone del Monte Cimone comprendenti i Comuni di Fanano, Sestola, Montecreto, Fiumalbo, Pievepelago e Riolunato.
Presentiamo ora volentieri la seconda tavola del prof. Ing. Alfredo Galassini, riguardante il PICCOLO ORIZZONTE e cioè l’orizzonte più vicino, di prima “battuta“, che si può ammirare più frequentemente dalla cima del Monte Cimone.
"Il piccolo orizzonte" - prof. ing. Alfredo Galassini (clicca qui per vedere l'immagine nel dettaglio)
Nella realtà sono 3-4 gli orizzonti che si sviluppano a cerchi concentrici attorno al monte Cimone (fasce evidenziate in giallo nella seconda tavola del prof. Galassini). L’orizzonte più vicino (fascia gialla+verde nella tavola allegata) è quella solcata dai torrenti Leo e Scoltenna, affluenti del fiume Panaro, che circondano il monte Cimone tranne che su una parte ridotta del lato Sud, nella fascia che va dal centro di Fellicarolo all’Abetone. Anche in questa seconda tavola tutte le località sono scientificamente ed esattamente rintracciabili.
"Il grande orizzonte" - prof. ing. Alfredo Galassini (clicca qui per vedere l'immagine nel dettaglio)
Le escursioni sino alla vetta del Cimone (+2165 metri sul livello del mare) sono state frequenti nel corso dei secoli e si sono intensificate dal ‘600; hanno interessato Duchi, scienziati, letterati, militari oltre che naturalmente semplici alpinisti ed i pastori che abitavano le pendici della grande montagna.
Un antico borgo, esempio di architettura rurale nell’alta montagna modenese
Il monte Cimone è stato frequentato sin dall’antichità come dimostrano il ritrovamento di numerosi reperti archeologici. Era abitato sino all’altitudine di 1350-1400 metri sul livello del mare; lo prova un documento del 753 d.C. in cui il re longobardo Astolfo dona all’abate Anselmo di Fanano : 16.000 ettari della parte alta del Cimone riservati al pascolo e alla raccolta della legna secca da parte dei residenti delle frazioni di Canevare, Fellicarolo, Ospitale e Serrazzone ( gli Usi civici tuttora operanti per i residenti di tali frazioni ). Il borgo “la Serra” nella frazione di Canevare di Fanano confina direttamente con i pascoli di questi Usi civici ed è un nucleo molto antico di case di pastori che abitavano le pendici più alte del monte Cimone; più in alto ancora ci sono solo pascoli per i greggi di pecore e boschi di faggi sino ai 1800 metri, poi c’è la fascia dei mirtilleti e infine solo prati sino alla cima di 2100 metri. Su questa linea dei 1350 metri sul livello del mare nella frazione di Canevare permangono tre borghi antichi: La Serra, il Fusano e la Binella. Altri nuclei sono stati costruiti in periodi più recenti (‘700-‘800). Naturalmente ci sono altri borghi antichi a quote più basse sino al centro di Canevare e infine sino al centro di Fanano.Il primo documento che attesta l’esistenza del borgo La Serra si trova nel libro di padre Joseph del 1684-1686 che, pur non riportando alcuna carta topografica, costituisce un catasto completo dei terreni coltivati, una descrizione dettagliata ed esaustiva di tutte le località del Comune di Fanano che si traduce in una “istantanea” della Comunità e del suo territorio a metà del ‘600; molte di queste località sono rimaste nei secoli sino ai giorni nostri e costituiscono ancora l’ossatura principale del territorio agricolo.
Per una lettura più completa dell’argomento si rinvia al n.27 della rivista “ Fanano fra storia e poesia “ in edicola dal luglio del 2017, all’articolo “ Per una storia del paesaggio montano e della popolazione di Canevare “ pag.137-155. L’elenco dettagliato delle località di padre Joseph è stato confrontato con le località riportate in carte topografiche di epoche successive e un registro di numerazione civica:
-1800: Estratto della carta topografica dell'Istituto Geografico militare austriaco;
Video di Alberto Mecugni, Cimoncino, novembre 2019.
Sulla media e alta montagna forse l’autunno è una stagione morta per il turismo di passaggio ma di certo non lo è per chi la frequenta assiduamente: a partire dai 1000 metri di altitudine quando iniziano i boschi di faggio sino ai 1800 metri dove si estendono i mirtilleti, si può ammirare un’ampia gamma di colori: dai gialli lucenti degli aceri, dei frassini e dei faggi, ai rossi dei ciliegi selvatici e dei mirtilleti e sullo sfondo i verdi scuri dei prati e delle abetine; è una sagra di colori che pervade tutto il bosco, l’aria con lo svolazzare delle foglie cadenti, i percorsi delle mulattiere e delle strade stesse.
E’ lo stupefacente spettacolo che in questi giorni si rinnova anche al Cimoncino e al borgo La Serra.
Antico Borgo "La Serra" - Casa della Peonia rossa, vista verso valle
Il monte Cimone è sempre stato frequentato nel periodo estivo dai pastori con i loro greggi di pecore e capre sin dall’antichità. Le loro case in sasso si collocavano sulle pendici del monte in una fascia compresa tra di 1300-1400 metri di altitudine sul livello del mare.
Dal 1945 al 1980 si è verificata la forte emigrazione verso le città industriali con il conseguente abbandono della pastorizia.
L’ultimo gregge di pecore che avevo visto pascolare sulle pendici del Cimone, versante di Fanano, risaliva al settembre 1989; due fratelli pastori, ormai anziani, partivano con il loro gregge al mattino presto dalla loro casa vicina agli impianti sciistici del Cimoncino, risalivano la montagna sino ai pascoli della Buca del Cimone e scendevano alla sera. Analogo percorso veniva fatto da un altro pastore più giovane che si avvaleva di un cavallo per accompagnare le pecore all’alpeggio. Era il percorso che i pastori avevano fatto per centinaia di anni, forse millenni. La pratica della transumanza, che consisteva nella discesa invernale lungo le fasce prative dei fiumi sino al litorale adriatico o sino alla Maremma, era già stata abbandonata da qualche anno.
Poi per ventisei anni lunghi anni non ho più visto una pecora al pascolo, ed anche l’allevamento bovino si è progressivamente rarefatto ed alla fine è anch’esso scomparso. E’ rimasto l’allevamento sparso dei cavalli che si ritrovano sino a Pian Cavallaro.
Il camino a legna era presente in tutte le case dei pastori dell’alta montagna modenese ed era l’unica fonte di riscaldamento della casa sino a quando nel’900 si è introdotta la “stufa economica“ e poi molto più di recente si sono installati impianti di riscaldamento a gpl o ad altra fonte energetica. Ma il camino antico è rimasto sempre intatto nel soggiorno anche solo come elemento di arredo; la tipologia ricorrente di camino antico di queste zone era in pietra serena con un’ampia apertura verso il soggiorno ed una profondità relativamente modesta; serviva a diffondere quanto più possibile il caldo nel soggiorno, che comprendeva la zona pranzo e la cucina, ma si esponeva ad uno scarso “tiraggio” del fumo nei frequenti casi di forte vento e di maltempo all’esterno.
Il fuoco del camino è rimasto un elemento importante nell’immaginario collettivo: riscalda, si rinnova continuamente, rassicura, tranquillizza; passare il tempo del riposo davanti al fuoco del camino è rimasta un’abitudine diffusa anche nelle case moderne.
Anche al Cimoncino ed al borgo La Serra ( quote comprese tra i 1300 e 1500 metri sul livello del mare ) è terminato un inverno con poca neve ed un prolungato periodo di siccità che ha provocato principi di incendio nei prati incolti a sterpaglie; ora si manifestano i primi segni della primavera :
- Non è ancora cresciuta l’erba sui prati ma già si notano i cerchi verde intenso: nulla di strano perchè è un fenomeno singolare ma ricorrente sui prati di montagna a primavera : su questi cerchi cresceranno i prugnoli a primavera inoltrata, le gambesecche in estate, i prataioli in autunno;
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In attesa delle nevicate che tardano ad arrivare il Borgo La Serra, ormai completato nel suo insieme, si colloca sapientemente nel paesaggio attraverso l'uso dei caratteri tipici del luogo.
L'utilizzo di materiali locali come la pietra naturale per la copertura dei tetti, le facciate esterne e i tipici camini rende le abitazioni del borgo estremamente caratterizzate e interessanti. I comignoli in sasso sormontati dalle marcolfe (vedi Le marcolfe sui comignoli di pietra), funzionanti grazie all'utilizzo di termostufe a pellet a bassissimo consumo energetico, ne sono un chiaro esempio sia per l'aspetto estetico che funzionale.
Nel complesso, seppur senza neve, si respira un'atmosfera magica contemplabile dalla propria finestra o seduti in poltrona davanti al calore della legna che arde nel camino.
Vista del Corno alle Scale tra i comignoli del Borgo al tramonto
Comignoli in sasso sormontati dalle "marcolfe"
fotografie di Marco Cioni
Dicembre 2018
E’ tempo di sagre paesane e di caldarroste croccanti: si avvicina l’estate di s. Martino.
In questa ricorrenza, che il calendario prevede l’11 novembre, una volta si facevano i consuntivi e i contratti agricoli dell’anno.
Anche per il borgo La Serra è tempo di consuntivi: l’insieme del borgo si è completato in questo ultimo anno e rimangono da ultimare solo la parte impiantistica e di finitura di quattro abitazioni tra le più piccole, che verranno terminate secondo le scelte degli acquirenti. Si può quindi trarre un primo consuntivo di questo programma di ristrutturazione che è stato per molti versi innovativo. Nonostante un altro intervento al borgo del Fusano avesse da poco trovato una risposta positiva, in pochi avrebbero scommesso sull’esito positivo del programma di recupero del borgo La Serra, essendo esso iniziato nel 2015 e ancora in piena crisi. Come per il Fusano anche in questo caso sono stati trovati gli acquirenti; le ragioni sono molteplici, che riassumo di seguito.
Innanzitutto il borgo La Serra è un luogo unico con un paesaggio incantevole che attrae gli amanti della montagna; l’attrazione aumenta per la vicinanza agli impianti di sci del Comprensorio del Cimone , al lago della Ninfa e all’infittirsi dei percorsi pedonali e ciclabili nel comprensorio, tenuti puliti in questi ultimi anni.
In secondo luogo la ristrutturazione è progettata e realizzata per abitazioni da abitare tutto l’anno sia d’inverno che d’estate, sempre accessibili e utilizzabili.
In terzo luogo sono abitazioni a bassissimo consumo energetico ( la maggior parte di classe energetica A+), e per le quali si è operato il consolidamento antisismico certificato da collaudo.
In quarto luogo il borgo ristrutturato in sasso a vista , con copertura in legno e pietra naturale, con giardini privati delimitate da staccionate in castagno, hanno conferito un’immagine omogenea ed unitaria , che ripropone l’architettura tipica dei borghi storici dell’alto Appennino modenese.
Un quinto aspetto riguarda la distribuzione interna, molto flessibile e prevalentemente ad “open space” con ampi soggiorni attorno cui gravitano i servizi e le camere da letto.
Il sesto elemento positivo, ed anche il più sorprendente, è che ciascun nuovo proprietario ha completato gli interni dell’abitazione con una forte personalizzazione ed una attenta cura dei particolari, anche avvalendosi di architetti e di interior designer. Sono avvenute quindi scelte tra loro differenziate: dallo stile “country” allo stile tradizionale-naturale sino allo stile “high-tech” di più recente invenzione, come si può vedere nella serie di foto di documentazione delle abitazioni realizzate.
VILLA DI TESTA A SUD
(Fotografie di Gabriele Fiolo)
Doppio volume della zona giorno
La serie di foto continua, clicca su "leggi tutto"
A luglio-agosto “Tutti al mare”. Non è proprio così per chi ama la tranquillità e la bellezza della natura incontaminata.
A 1400 metri di altitudine alle pendici del Cimone si possono trovare tante piccole sorprese.
A giugno una coppia di codirosso ha fatto il nido in una buca delle lettere allevando ben cinque piccoli che poi nell’arco di quindici giorni sono volati via.
Il codirosso è un piccolo uccello migratore (come le rondini) che preferisce fare i nidi in luoghi protetti; spesso lo si ritrova nei cantieri di ristrutturazione. (Per approfondire: https://www.mille-animali.com/animali/uccelli/codirosso.php)
La tanta neve accumulatasi durante l’inverno si è ormai sciolta e i paesaggi della montagna si sono nuovamente rinverditi con i colori accesi della primavera.
Con la ricomparsa del fogliame sui numerosi alberi e dei coloratissimi fiori nei campi si respira di nuovo quel senso di purezza incontaminata che solo la natura può offrire. La bellezza della montagna non è rappresentata solamente dall’attrattività ludica durante la stagione invernale bensì dalla sua potenza intrinseca sprigionata durante le stagioni primaverile ed estiva.
Immergersi nella natura facendone esperienza attraverso tutti e cinque i sensi permette di staccare per qualche ora dalla routine quotidiana riallacciando i propri ritmi con quelli naturali. I suoni della foresta, il profumo degli alberi, i raggi del sole che filtrano tra le foglie e l’aria pulita ci donano un senso di benessere che allevia lo stress e le preoccupazioni aiutandoci a schiarire i pensieri e a ritrovare buonumore, energia e vitalità.
La consapevolezza intuitiva e istintiva di tutto ciò è radicata nel nostro animo, tuttavia si tratta di una sensazione profonda e difficile da descrivere.
In Giappone questa sensazione è espressa col termine yugen. Esso riguarda il nostro mondo ma ci suggerisce l’esistenza di qualcosa al di fuori, rappresenta la capacità di percepire la bellezza e i misteri dell’universo.
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Qing Li., Shinrin-yoku. Immergersi nei boschi, 2018
Con l'improvvisa nevicata dello scorso 13 novembre il paesaggio montano ai piedi del Cimoncino ha cambiato radicalmente immagine e colori; Le calde viste autunnali hanno ceduto il passo all'incantevole scenario imbiancato dagli oltre 80cm di neve.
L’abbondante nevicata ha portato con sé buone notizie per il turismo invernale per tutti gli appassionati degli sci che hanno visto l’apertura anticipata di gran parte degli impianti del comprensorio del Cimone già dal weekend del 18/19 novembre.
Le belle giornate unite al magnifico paesaggio invernale coperto dalla neve hanno inoltre dato via libera all’apertura anticipata della stagione delle “ciaspolate”, le escursioni sulla neve fresca che si svolgono indossando un paio di ciaspole (o racchette da neve) ai piedi. Si tratta di semplici passeggiate adatte a tutti che permettono di ammirare i paesaggi innevati ‘a ritmo lento’, di immergersi nella natura invernale e di fare un po’ di sano movimento.
A pochi passi dagli impianti sciistici di risalita del Cimoncino si sta avviando alla conclusione il recupero dell’antico “Borgo La Serra” che vedrà entro il 2018 la fine dei lavori del quarto e ultimo stralcio riguardante l’ex-stalla.
Il borgo, che vanta proprio la collocazione all’interno di uno scenario montano incantevole in prossimità delle piste sciistiche, raggruppa dieci nuovi alloggi di eccellente qualità dal punto di vista energetico (classe A4) e sismico.
A tal proposito si segnalano i quattro alloggi completati al rustico avanzato ancora disponibili: le abitazioni 1B, 2A, la villa terra-tetto 3A, e l’abitazione 3B.
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Il Borgo "La Serra" visto dalla mulattiera
Il monte Cimone è stato frequentato sin dall’antichità come dimostrano il ritrovamento di numerosi reperti archeologici. Era abitato sino all’altitudine di 1350-1400 metri sul livello del mare; lo prova un documento del 753 d.C. in cui il re longobardo Astolfo dona all’abate Anselmo di Fanano, 16.000 ettari della parte alta del Cimone riservati al pascolo e alla raccolta della legna secca da parte dei residenti delle frazioni di Canevare, Fellicarolo, Ospitale e Serrazzone ( gli Usi civici tuttora operanti per i residenti di tali frazioni ).
Il borgo “la Serra” nella frazione di Canevare di Fanano confina direttamente con i pascoli di questi Usi civici ed è un nucleo molto antico di case di pastori che abitavano le pendici più alte del monte Cimone; più in alto ancora ci sono solo pascoli per i greggi di pecore e boschi di faggi sino ai 1800 metri, poi c’è la fascia dei mirtilleti e infine solo prati sino alla cima di 2100 metri.
Su questa linea dei 1350 metri sul livello del mare nella frazione di Canevare permangono tre borghi antichi: La Serra, il Fusano e la Binella. Altri nuclei sono stati costruiti in periodi più recenti (‘700-‘800). Naturalmente ci sono altri borghi antichi a quote più basse sino al centro di Canevare e infine sino al centro di Fanano.
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Antico borgo La Serra, fotografia dei primi anni del '900
Con la ripresa del cantiere a Maggio 2017 abbiamo in primis operato le demolizioni della vecchia “barchessa”, dei locali di servizio e del solaio del fienile, poi sono stati effettuati gli scavi di fondazione e costruite le sottofondazioni per il consolidamento delle strutture (vedi Cantiere in corso n. 1).
Nella seconda fase di luglio-agosto si sono effettuate le opere di drenaggio e canalizzazione delle acque di falda, isolando muri e piano terra da possibili fattori di umidità di risalita; si è ricostruita ex novo la parte sud a struttura mista (pilastri in cemento armato dell’ex stalla e muratura portante in laterizio) e si è montato il tetto a due falde interamente in legno (orditura principale delle travi, perline in legno, isolante di cm 10, assito in legno e guaina impermeabile), che termina a sud con un portico sorretto da quattro colonne in pietra. Si è poi costruito il primo solaio a struttura mista (putrelle in acciaio di altezza 17 cm, travetti e perline in legno e successiva soletta di cm 6 in C.A.) sia nella parte nuova che nella parte dell’ex stalla. Nella parte nuova il solaio costituisce la zona a soppalco aperta sul sottostante ampio soggiorno di 60 mq; analoga la soluzione per il secondo solaio dell’ex stalla che costituirà la zona soppalcata da destinare o ad ampliamento del sottostante soggiorno o ulteriore zona notte.
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Tra la stazione sciistica del Cimoncino e il lago della Ninfa, al confine tra Fanano e Sestola, si snoda una stradina carrabile lunga 2 Km all’interno di un bosco di faggi; su di essa gravitano solo il borgo della Serra e il borgo del Fusano.
Passeggiando sulla strada o sulla mulattiera della Serra, che con il suo percorso rettilineo interseca più volte la strada stessa, si possono apprezzare le trasparenze tremule create dai tronchi, dai rami e dalle foglie dei faggi che lasciano filtrare la luce frantumata del sole; sotto queste alte chiome sorrette da tronchi come colonne, si forma un tappeto soffice di foglie secche che consente la crescita di molte specie di funghi mangerecci (porcini, galletti, finferle, russule, ecc..) nei periodi estivi e autunnali.
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Fare il pane sino ai primi anni ’60, era una necessità almeno per tutte le famiglie che vivevano in campagna. Lo facevano una volta la settimana e lo si cuoceva in forni di pietra refrattaria scaldati con il fuoco a legna sino a far diventare bianca la pietra stessa. Poi i fornai hanno portato il pane a casa e si è persa questa abitudine.
Negli ultimi tempi alcuni amatori hanno ripreso a fare il pane in casa con metodi tradizionali (a partire dalla pasta di riporto), stanchi della grande varietà di pane prodotto con metodi industriali e da farine “sfibrate” e fortemente “raffinate”. Così negli scaffali dei negozi sono ricomparse le farine per il pane, alcune di qualità certificata.
Sono comparsi anche elettrodomestici per impastare e cuocere il pane con celerità, ma farlo con il metodo tradizionale è un po’ più complesso. Innanzitutto necessita procurarsi farine buone, non eccessivamente raffinate.
Nelle montagne modenesi due erano i tipi di pane tradizionale che si producevano: uno era il pane toscano tuttora largamente diffuso nelle montagne modenesi, l’altro era il pane da grano marzuolo, che è stato coltivato nelle valli e montagne modenesi fino agli anni ’70 ed era così chiamato perché si seminava a marzo e si raccoglieva ad agosto. (L'articolo prosegue dopo il video, cliccare su Leggi tutto)
Con la buona stagione sono ricominciati i lavori del quarto ed ultimo stralcio di ristrutturazione del borgo La Serra; sono in corso le demolizioni ed i consolidamenti della ex stalla mentre sono ultimate e consegnate altre abitazioni del borgo stesso.
Evidenziamo un’abitazione indipendente già costruita al “rustico avanzato” che è il Villino n.5
Le case antiche dei pastori e dei contadini del Frignano, soprattutto nelle parti di alta montagna, erano fatte di muri in pietra posata a secco, con velatura d’intonaco di calce e sabbia di fiume sia all’esterno che all’interno. Si usava il legno solo per i solai e per l’orditura dei tetti che erano coperti da tre strati di lastre di pietra locale.
Il riscaldamento era fornito dal camino di pietra posto nella zona cucina/ pranzo e in qualche modo serviva l’intera abitazione. Il tiraggio era assicurato da comignoli pure in pietra che terminavano con una lastra quadrata, sormontata da una pigna di pietra chiamata “marcolfa”.
Il riserbo e il rispetto per tante vittime del terremoto di Amatrice e Comuni limitrofi avrebbero richiesto forse maggiore ponderatezza nelle promesse sul post emergenza per non ricreare confusione, per non dire parole al vento. Ne sono state dette tante da politici autorevoli e tecnici altrettanto autorevoli che potrebbero sfociare in una produzione di leggi, programmi e norme: un'ulteriore produzione di carta e procedure sempre più complesse. Questo è un aspetto preoccupante. Accenno ad alcune di queste “perle”, dando per scontato che siano state tutte espresse in buona fede.
Ritorna il "piano casa" per la messa in sicurezza delle case degli italiani, un piano che viene riproposto per l’ennesima volta. Forse stavolta ce la facciamo, si aggiunge. Le norme antisismiche però esistono già, anzi sono tra le più avanzate al mondo, aggiungono gli esperti.
Si ripete così un vizio italiano: promulgazione di leggi avanzate senza nessuna verifica sulla loro applicabilità, con scarsi controlli sugli interventi realizzati.
L’ultimo gregge di pecore che avevo visto pascolare alle pendici del Cimone (versante Fanano, Sestola) risale al settembre 1989; due fratelli pastori, ormai anziani, partivano con il loro gregge al mattino presto dalla loro casa vicina agli impianti del Cimoncino, risalivano la montagna sino ai pascoli della Buca del Cimone e scendevano alla sera. Analogo percorso veniva fatto da un altro pastore più giovane che si avvaleva di un cavallo per accompagnare le pecore all’alpeggio. Era il percorso che i pastori avevano fato per centinaia di anni, forse millenni. La pratica della transumanza (discesa sul litorale adriatico durante l’inverno) era già stata abbandonata da qualche anno. Poi per ventisei lunghi anni non ho più visto una pecora al pascolo, ed anche l’allevamento bovino si è rarefatto. E’ rimasto l’allevamento sparso dei cavalli che si ritrovano sino a Pian Cavallaro.
Il 2 giugno di quest’anno ho visto un’upupa appollaiata su una staccionata al borgo “La Serra”; a prima vista attira molto l’attenzione per le sue forme inusuali, per la bellezza delle sue piume multicolore e per l’eleganza dei suoi movimenti; dell’upupa avevo sentito parlare da anziani poiché un tempo si poteva avvistare anche in pianura, poi con l’industrializzazione e con i pesticidi in agricoltura, l’upupa era scomparsa e ora in pianura si può avvistare solo nelle oasi protette; qui a 1350 metri di altitudine nel pre-parco dell’Alto Appennino modenese l’ho vista per la prima volta appunto il 2 giugno; uccello ubiquitario, schivo e abbastanza raro, è parte di tanti miti e di tante storie dei popoli; essendo un uccello migratore anche l’upupa è dunque ritornata come le rondini dai paesi caldi del Nord Africa, dove hanno svernato.
Anche se timido tenta di entrare nella casa di Cristina, facendosi fotografare sul davanzale.
Anche quest’anno a metà marzo ci sono state abbondanti nevicate sul monte Cimone: tornano splendide giornate per sciare sulle piste della montagna e per ciaspolate tra boschi e prati innevati.
Le escursioni con le ciaspole consentono di scegliere i percorsi con molta flessibilità , sempre che tra il gruppo di escursionisti vi sia una guida o comunque un esperto dei luoghi.
Oggi vi propongo un percorso ad anello: borgo” La Serra” - lago della Ninfa- Cimoncino, che si snoda dolcemente tra i 1350 e i 1500 metri di altitudine.
Ovviamente si può partire da un punto qualsiasi dell’anello, seguendo i tracciati rimasti delle antiche mulattiere che formano un reticolo piuttosto fitto sul territorio.
E’ arrivata con un po’ di ritardo la stagione delle grandi nevicate, della neve “sopra la cintola” come si usava dire una volta.(nella foto: La chiesetta del Monte Cimone coperta di neve).
Salendo per la Fondovalle da Modena per Fanano-Sestola e poi per il Cimone si trova un cartello poco prima del bivio per Montese, montato qualche anno fa da un allevatore che recitava "Attenti al Lupo”, seguita da un’immagine dell'animale; ma il lupo è protetto e dunque la parola "lupo" è stata tolta dal cartello; il messaggio rimane inequivocabile.
Si racconta che nell'autunno del 1960 fu abbattuta l'ultima aquila reale del monte Cimone (versante Fanano-
Sestola).
La foto che ritrae gli abitanti del villaggio in posa con il relativo trofeo sembra confermare questa tesi (per ragioni di opportunità non si citano località specifiche e nomi).
Il mercato edilizio dà segni di ripresa, ma i segnali positivi si prestano a valutazioni difficili e controverse. Soprattutto è iniziata la stagione dei grandi saldi. Un ampio parco di abitazioni rimasto invenduto per otto anni di crisi, che si presenta alla sua ultima occasione di vendita.
Abbiamo iniziato parlando di itinerari e allo sciogliersi delle nevi, dell'apparire delle vecchie mulattiere. Per la verità, in quella prima presentazione era difficile individuare queste vecchi percorsi, indispensabili per gli abitanti della montagna prima dell'avvento delle macchine.
Partendo dal Borgo "La Serra" iniziò una prima attività di manutenzione, da parte di qualche volontario della "Serra", che fortunatamente fu poi assunta a proprio carico dai manutentori degli Usi civici.
Anche alcuni abitanti di tratti intermedi hanno concorso al ripristino del percorso, adiacente alle loro proprietà.
Si è quindi ripristinato il percorso sino a Canevare, provvedendo anche all'installazione di una tabellazione informativa. La mulattiera presenta un dislivello da 900 metri di Canevare sino ai 1500 m. del Lago della Ninfa
Restano ora da facilitare alcuni passaggi, soprattutto agli incroci con le strade e nei punti in cui la mulattiera è stata usata come discarica.
Il tratto da Canevare a Serra di gallina è fiancheggiato da numerose vecchie case ristrutturate, mentre il tratto da Serra di gallina a "La Serra" assume più l'aspetto di passeggiata tra i pascoli e i boschi di faggio della media montagna modenese.
Ci sentiamo di lanciare un'altra sfida al Consiglio d'amministrazione degli Usi civici: perché non dotare, in alcuni tratti la vecchia mulattiera della Serra, di alcuni luoghi di sosta e di riposo per permetterne la fruizione anche da parte di persone con qualche disabilità, anziani e bambini?
La mulattiera per le caratteristiche del percorso si presta ad escursioni familiari, con tutti i componenti. Un po' di relax ogni tanto ci vuole, magari, per quelli più in forza, per cercare qualche fragolina. Sicuramente ci saranno alberi ombrosi sotto i quali mettere qualche panca e magari anche un tavolino da picnic. Siamo sicuri che si sapranno trovare le soluzioni più comode, ma anche allettanti per la vista del paesaggio e la conoscenza della flora. Buon lavoro!
Alle antiche mulattiere, spesso abbandonate, abbiamo accennato già nella precedente puntata.
Ritorniamo ora sull'antica mulattiera Fanano-Canevare- "La Serra"- "lago della Ninfa" ( denominata ancora oggi strada vicinale della Serra) perché un ampio tratto, oramai abbandonato da molti anni, è stato ripristinato questa primavera dagli Usi civici delle frazioni di Serazzone, Ospitale , Fellicarolo e Canevare nel Comune di Fanano.
Gli Usi civici possiedono 1.692 Ha di terreno montano nel comune di Fanano, destinati a pascolo e bosco.
E' una proprietà comune ai residenti delle quattro frazioni che deriva direttamente dai "privilegi" concessi all'abate Anselmo da parte del Re longobardo Astolfo nell'anno 753 d.c.
Ancora oggi è gestita da un Consiglio di Amministrazione eletto periodicamente sempre dai residenti delle quattro frazioni.
Ciascun residente ha diritto di pascolo, di raccolta della legna morta da fuoco per consumo proprio, e di raccolta dei frutti di bosco (funghi, lamponi, mirtilli, ecc.).
Ovviamente gli Usi civici effettuano opere di manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio interessato dal "previlegio".
Il tratto interessato dal ripristino di oltre due km inizia a " Serra di gallina" (1300 m s.m.)
passa per il borgo " La Serra ",
si sviluppa dentro il bosco di faggi
e termina al lago della Ninfa .
Prima dell'inizio della crisi (dalla metà del 2007) che stiamo tuttora attraversando, ha prevalso l'espansione urbana con grande consumo di suolo agricolo per le nuove urbanizzazioni e nuove costruzioni; gli interventi di riuso del patrimonio esistente (centri storici, insediamenti sparsi, paesaggio agricolo) sono rimasti elementi residuali di nicchia.
Ancora oggi l'ISTAT rileva solo l'attività edilizia delle nuove sostruzioni, non gli interventi di ristrutturazione, restauro e manutenzione straordinaria. Eppure con la crisi tutta l'attività edilizia ha subito la più pesante contrazione dal dopoguerra ad oggi, ma si è comunque progressivamente rafforzata l'attività di ristrutturazione, grazie anche agli incentivi statali.
Gli operatori del settore edilizio lo sanno già da un anno, ed anche il CRESME attesta che gli interventi sull'esistente oramai si avvicinano al 70% degli investimenti in edilizia e la ripresa del ciclo edilizio iniziata nel 2013 ha come elemento trainante le ristrutturazioni in senso ampio (consolidamento statico, risparmio energetico con interventi sugli involucri e sugli impianti, applicazione di nuove tecnologie di comunicazione e per la sicurezza, riabilitazione ambientale e paesaggistica, ecc.).
Questa tendenza va estesa e rafforzata per diverse fondamentali ragioni:
- evitare ulteriore consumo di territorio agricolo (è un obbiettivo già recepito in sedi autorevoli e speriamo non sia una moda passeggera);
- ristrutturare l'esistente significa anche conservare e/o reintrodurre presidi territoriali diffusi in grado di fare manutenzione su tutto il territorio; una certa "filosofia" ambientalista che sosteneva che parte dei territori agricoli potevano essere lasciati al rimboschimento selvaggio si è dimostrata disastrosa quanto le nuove urbanizzazioni esasperate;
- conservare ed anzi migliorare l'ambiente e il paesaggio dopo cinquanta anni di trasformazioni repentine ed incontrollate, è altrettanto importante: il paesaggio italiano rimane un bene culturale ed economico fondamentale;
- puntare sull'intervento diffuso significa attivare i risparmi di gran parte dei proprietari di case e d'immobili in genere, che rappresentano più dell'80% delle famiglie italiane.
Del riuso ci occuperemo ripetutamente perché è il tema principale del nuovo ciclo edilizio per i prossimi cinque anni, forse anche dieci, prima di riparlare di nuove costruzioni.
Siamo agli ultimi appuntamenti con gli sci. Con il 25 aprile e il 1° maggio, anche alle quote dei 1300/1500 m.s.m. sui pendii del Monte Cimone nelle località di Sestola e Fanano, le nevi residue si sciolgono e riemerge la vegetazione del sottobosco.
Si rivedono le vecchie mulattiere (vedi foto), fioriscono crochi, primule e narcisi.
Si fanno sentire, e qualche volta anche vedere lepri, caprioli, cinghiali, l'aquila reale, la poiana e tanti altri animali selvatici. Si possono riprendere le passeggiate lungo le mulattiere attraversando boschi e prati.
Non sempre questo è possibile perché molte sono state abbandonate e sostituite da strade carraie e dai sentieri C.A.I., quasi mai coincidenti con la mulattiera.
I percorsi però delle mulattiere, spesso costeggiate da muri in sasso a secco, sono quelli più suggestivi perché raggiungono rapidamente tutti gli insediamenti antichi (case e borghi ristrutturati e/o abbandonati) ed aiutano a scoprire i primi funghi di stagione.
Appena la neve si scioglie, emergono le spugnole (o più propriamente morchelle) (vedi foto) dalle zone umide lungo i fossati, tra i roveti ed i sassi di case diroccate; subito dopo a Maggio ecco nascere, ben nascosti, i prugnoli (calocybe gambosa) (vedi foto)
che si annidano nei prati o lungo i sentieri, là dove l'erba si fa più fitta e di un verde più scuro. I più fortunati li rintracciano nei " ferri di cavallo" o "cerchi delle streghe" formatisi nei prati stabili nel corso degli anni. Sono due specie di funghi pregiati, ottimi in diverse preparazioni sia freschi sia essiccati.