cartello 1Salendo per la Fondovalle da Modena per Fanano-Sestola e poi per il Cimone si trova un cartello poco prima del bivio per Montese, montato qualche anno fa da un allevatore che recitava "Attenti al Lupo”, seguita da un’immagine dell'animale; ma il lupo è protetto e dunque la parola "lupo" è stata tolta dal cartello; il messaggio rimane inequivocabile.

Le ostilità tra uomo e lupo continuano.
lupo italicoNel 1875 il lupo era presente sul Cimone come testimonia il marchese Filippo Carandini (alpinista) nel suo libro "Al Monte Cimone, gita nel Frignano" (editore Soliani, giugno 1875, pag. 9) ma già nei primi decenni del novecento non vi erano notizie della sua presenza; è proprio il caso di dire che a memoria d'uomo, i più anziani abitanti di Fanano e Sestola non ricordano di aver mai visto un lupo ed è rimasta solo la denominazione della nota località sciistica di "Passo del lupo" in Comune di Sestola.
Il mito del lupo ha continuato a mantenere larga diffusione nelle fiabe, nei film, nelle canzoni, nei dipinti, quasi sempre nella veste di animale cattivo e dannoso.

Negli ultimi dieci anni il lupo (canis lupus italicus) è ricomparso non solo lungo la dorsale appenninica ma anche su parte delle Alpi.

 

 

lupi foto I. FerrariLo certificano le ricerche degli scienziati ed anche foto e filmati sempre più frequenti di escursionisti; sul Cimone il lupo è sicuramente tornato come testimoniano le foto scattate da I. Ferrari ne 2013 (si sono fatti vedere di giorno a una distanza inferiore a 100 metri), l'esperienza personale di caprioli "sbranati" ai limiti del bosco (non ci sono cani randagi o inselvatichiti in queste zone), la certificazione di un veterinario affidabile che visionato qualche vitello azzannato ferito e/o ucciso da lupi.
Le ragioni di questa ricomparsa sono probabilmente molteplici e in gran parte simili a quelle dell'espansione dell'aquila reale sulle pendici del Cimone: animale protetto non più cacciabile a piacimento, abbandono della montagna da parte dei pastori e dei contadini nemici "naturali" del lupo, drastica riduzione di pesticidi nelle coltivazioni e nei campi con conseguente ritorno di un abbondante selvaggina composta di caprioli, cinghiali, marmotte e piccoli roditori di molte specie. Di sicuro il lupo sul Cimone (come in altre zone) non può contare sui greggi che sono tutti scomparsi e neppure sui bovini che sono sempre più rari. Queste possono essere prede occasionali e del tutto secondarie nella loro dieta.
Non voglio qui sostenere l'immagine del lupo "buono" o comunque addomesticabile, perché per sua natura è un animale cacciatore carnivoro, che sceglie le sue prede là sono più facili da prendere; nella mia ormai trentennale esperienza di escursioni nei boschi e prati del monte Cimone non mai ho avvertito il pericolo dei lupi pur avendone riscontrato tracce significative ed è un’esperienza confermata da un'ampia letteratura in merito. Solo recentemente ho letto di un pastore del Cuneese "attaccato" da lupi e salvato dal pronto sopraggiungere dei suoi cani pastore. E' proprio qui sta la probabile soluzione al problema: l'uomo e il lupo possono convivere mantenendo le debite distanze e introducendo da parte dell'uomo quelle cautele che gli consentono, di essere, lui e i suoi animali, una preda impossibile per il lupo.

 

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